venerdì 15 aprile 2011

Postille /1

In degustazione, ore 11:


Blancs

1. Domaine JACQUES SELOSSE
V.O. Version Originale – Blanc de Blancs

2. Domaine PLAGEOLES
2010 Verdanel

3. Domaine ARRETXEA
2008 Hegoxuri

4. Domaine MARC KREYDENWEISS
2008 Andlau Riesling

5. François CHIDAINE
2008 Montlouis sur Loire ‘Les Choisilles’

6. Domaine DAGUENEAU
2008 Pur Sang

7. Domaine ROULOT
2009 Meursault Luchets

Rouges

8. Domaine LE VISSOUX - CHERMETTE
2010 Beaujolais Fleurie Poncié

9. Philippe ALLIET
2008 Chinon Coteau de Noiré

10. CLOS ROUGEARD
2007 Saumur Champigny ‘Les Poyeux’

11. Elain DA ROS
2008 Chante Coucou Côtes du Marmandais

12. Château FALFAS
2006 Côtes de Bourg Le Chevalier

13. Château LA TOUR DE BY
2008 La Tour de By

14. Château TOUR DU PAS SAINT GEORGES
2005 Tour du Pas Saint Georges

15. CLOS MARIE
2008 Cuvée Simon

16. ALAIN GRAILLOT
2009 Crozes Hermitages

17. Domaine DE TREVALLON
2001 Rouge de la Bouche du Rhône

Moelleux

18. Domaine DAGUENEAU
2008 Jurançon Les Jardines de Babylone

19. Domaine DE SOUCH
2007 Jurançon

20. Jacques PUFFENEY
2003 Vin Jaune

21. Eric BORDELET
Poiré Granit



In degustazione, ore 15.30:

Blancs

1. Domaine JACQUES SELOSSE
V.O. Version Originale

2. Domaine PLAGEOLES2010 Verdanel

3. Domaine ARRETXEA
2008 Hegoxuri

4. François CHIDAINE
2008 Montlouis sur Loire ‘Les Choisilles’

5. Domaine DAGUENEAU
2008 Pur Sang

6. Domaine ROULOT
2009 Meursault Luchets

Rouges


7. Domaine LE VISSOUX - CHERMETTE
2010 Beaujolais Fleurie Poncié

8. Philippe ALLIET2008 Chinon Coteau de Noiré

9. CLOS ROUGEARD
2007 Saumur Champigny ‘Les Poyeux’

10. Elain DA ROS2008 Chante Coucou Côtes du Marmandais

11. Château FALFAS
2006 Côtes de Bourg Le Chevalier

12. Château LA TOUR DE BY
2008 La Tour de By

13. Château TOUR DU PAS SAINT GEORGES
2005 Tour du Pas Saint Georges

14. Domaine MARC KREYDENWEISS
2009 Rouge Costières de Nîmes

15. CLOS MARIE
2008 Cuvée Simon

16. ALAIN GRAILLOT
2009 Crozes Hermitages

17. Domaine DE TREVALLON
2001 Rouge de la Bouche du Rhône

Moelleux

18. Domaine DAGUENEAU
2008 Jurançon Les Jardines de Babylone

19. Domaine DE SOUCH
2007 Jurançon

20. Jacques PUFFENEY
2003 Vin Jaune

21. Eric BORDELET
Poiré Granit

mercoledì 6 aprile 2011

Vigilia (con stellata)


È ormai notte fonda, fuori una bellissima stellata (la seconda di questa settimana) e mancano solo 58 ore all'inizio di Terroirs UGM. Caricato tutto il vino, chiusi i bagagli, siamo pronti alla partenza. Nel frattempo gli amici francesi sono arrivati. Dopo un passaggio nell’alto Piemonte, da Paolo e Luca De Marchi a Proprietà Sperino, stanotte dormono già a Barolo.
* Milena e Aldo Vaira - G.D. Vajra
 Li aspettano due giornate molto intense, in cui cercheremo di offrire almeno un assaggio dell’ospitalità italiana. In sintesi:

mercoledì 6 aprile (domani)
Giro mattutino nelle Langhe.
Pranzo alla deliziosa Locanda dell’Arco di Cissone. 
(Qui una delle nostre migliori cene di tutto il 2010, con un’insalata di ovuli reali m-e-m-o-r-a-b-i-l-e).
Dopo un breve passaggio a Serralunga d’Alba da Luigi Baudana, 
visita e degustazione chez nous, G.D. Vajra a Barolo.
Si va a Pollenzo alla sede dell’Università di Scienze Gastronomiche, 
per una visita ed un seminario con Anna Schneider sui vitigni piemontesi.
Cena all’Antica Corona Reale di Cervere, ospiti di papà e mamma*.
Menù da capogiro:
Vitello tonnato della tradizione su salsa al tuorlo d’uovo e capperi di salina.
Uovo Terme su salsa allo scalogno dolce di Riolo, 
gamberi rossi e spugnole di fiume scottate.
Baccalà confit su parmantier di cavolfiori con il suo mantecato all’olio nuovo.
Ravioli al plin ripieni ai tre arrosti al sugo d’arrosto.
Capretto di Roccaverano arrosto alle erbe di montagna con verdure degli orti di Bra.
Flan di gianduja Caffarel su salsa alla tonda gentile di Cortemilia.
Soggiorno a Cà San Ponzio, Barolo.

Alain Graillot, cicerone giovedì a Venezia

Giovedì 7 aprile
Cicerone: il mitico, simpaticissimo Alain Graillot.
Arrivo a Venezia, pranzo leggero e tutti sul battello organizzato per l’occasione.
Visita ai canali della città. Ci sono rumors di una sosta a Palazzo Grassi…
Prua verso l’isola di Sant’Erasmo e visita all’Orto di Venezia
che Alain segue con passione.
Ritorno a Verona e cena a La Merica, trattoria imperdibile di Sommacampagna.


Ci congediamo dai visitatori di questo micro-blog. Vi ringraziamo per la semplicità con cui avete accettato di seguire l’avventura della prima trasferta, presque au complet, dell’Union des Gens de Métier in Italia. Aspettiamo di incontrare quanti saranno con noi venerdì 8 a Terroirs UGM, e confidiamo che il tempo sia buon alleato nell’estendere l’amicizia di questi cari amici a Voi tutti. Arrivederci a Barolo, 
Francesca, Isidoro e Giuseppe Vaira

martedì 29 marzo 2011

Au-delà de l'œnologie: Marc Kreydenweiss


Marc Kreydenweiss raccontato da Pascal Delbeck.
Emmanuelle e Marc Kreydenweiss

"Marc Kreydenweiss, descendant de douze générations de vignerons, profite de cette lignée d’expérience pour exprimer la juste traduction de ses sols, de ses cépages, de ses climats à travers les multiples millésimes qu’il a vinifiés.

Il a su rajouter son approche humaniste de la vie par l’intermédiaire de la biodynamie  en réalisant ainsi des vins aussi profonds que lui, et dont la pureté et la justesse sont reconnues des grands amateurs.
Chez lui, la pensée va au-delà de la technologie et de l’œnologie pour flirter avec la métaphysique : fusion du chêne et du roseau, du soleil et du raisin, de l’esprit et de la matière.
Si la vie ne l’a pas épargné, il a su s’en enrichir et en rechercher tout son sens à travers l’amitié, le partage et l’amour".
Pascal Delbeck
- - -

Marc Kreydenweiss, discendente di dodici generazioni di vignaioli, gode di questa stirpe edotta per esprimere la giusta traduzione delle sue terre, dei suoi vitigni, dei suoi climi attraverso le numerose annate che ha vinificato.
Ha saputo unire il suo approccio umanista alla vita attraverso l’intermediario della biodinamica, realizzando così vini profondi quanto lui, la cui purezza e giustezza sono riconosciuti dai grandi amatori.
Da lui, il pensiero va oltre la tecnologia e l’enologia per flirtare con la metafisica: fusione della quercia e del ceppo, del sole e del grappolo, dello spirito e della materia.
Se la vita non l’ha risparmiato, ha saputo arricchirsi ricercandone il senso attraverso l’amicizia, la condivisione e l’amore.

lunedì 21 marzo 2011

Clos Rougeard



L’email c’é, ma non contateci. Il telefono: potete provarci, ma troverete una segreteria telefonica. E se anche vi recherete di persona a Chacé, piccolo paesino a sud di Saumur, preparatevi a un’estenuante ricerca: la cantina di questi due fratelli é nascosta da un anonimo cancello, né troverete traccia di un numero civico o di un’insegna. Loro sono Charli e Nadi Foucault (Jean-Louis e Bernard) di Clos Rougeard, un Graal dell’enologia mondiale. Ma andiamo per ordine.
Siamo a Saumur-Champigny, una appellation della Loira a metá strada da Nantes e Tours. É terra di Chenin blanc e Cabernet franc, che qui si libera del ruolo di comprimario e strappa una partitura solista.

Innumerevoli voci parlano dei vini dei fratelli Foucault come dei migliori della denominazione. Un loro importatore ha scritto: “il raro Chenin blanc della loro vigna é stato descritto da Michel Bettane come ‘la quintessenza dello Chenin’. Bettane ha assaggiato la vendemmia 1921 e lo ha elencato tra i vini piú memorabili della sua vita. Lo stesso vale per noi. Vorreste comprarne un po’? É incredibilmente costoso. Ed é tutto esaurito”. Ma certo il piú poetico fu Charles Joguet*, il grandissimo di Chinon, cui si attribuisce la seguente apologia: “Ci sono due soli. Uno splende, lá fuori, ed é per tutti. L’altro splende nella cantina dei Foucault”.

Charli e Nadi hanno preso le redini di Clos Rougerd nel 1969. Coltivano 10 ettari con saggezza antica, e ne ricavano quattro vini. Le Bourg e Les Poyeux sono i due cru di Saumur-Champigny.  Il primo é vigneto di un ettaro a poca distanza dalla cantina; i ceppi hanno 70 anni e affondano le radici in un terreno caratterizzato da un sottile strato di argilla. Les Poyeux si caratterizza invece per il terreno silicio calcareo; qui le viti sono state messe a dimora 45 anni fa. Le altre vigne di Cabernet franc producono un vin de domaine non inferiore per qualitá e costanza. Infine, il Brézé é il Saumur bianco citato poc’anzi, da uve Chenin blanc in purezza.

Ancora non ci é dato sapere quale vino Charli e Nadi hanno scelto per la degustazione di venerdí 8 aprile. Rimarrá un mistero fino all’ultimo, certi tuttavia che non potrá non lasciare tutti noi a bocca aperta. 



lunedì 14 marzo 2011

La Vedetta di Saint-Emilion


Si gioca con le traduzioni. Vedette é francese per divo ma Pascal Delbeck*, anti-personaggio per eccellenza, preferirebbe restare piú fedele all’etimologia. Di certo pochi possono vantare una conoscenza della rive droite e di Saint-Emilion pari alla sua.
Pascal nasce nel 1954 a Libourne, discendente di una famiglia di vignaioli da almeno cinque generazioni. Grazie al suo inarrestabile entusiasmo, molto giovane diventa direttore e fermier delle tenute di Madame Dubois-Challon. É regisseur di Château Ausone e di Château Belair, due 1er Grand Crus Classés di Saint-Emilion; poi di Château Tour du Pas Saint-Georges, Château La Grave de Moustey et di Château Dubois-Challon.
Nel 2008 Pascal decide di affidare Ausone e Belair alla famiglia Moueix (di Château Petrus), e si concentra sullo sviluppo di Château Tour du Pas Saint-Georges, all’interno della appellation piú piccola e prestigiosa tra i satelliti di Saint-Emilion. Con lui la figlia Amandine e il nipote Cédric Berger (nella foto qui sotto). La proprietá si trova sull’allineamento tra gli abitati di Saint-Emilion e di Saint-Georges; quindici ettari di vigneti con perfetta esposizione sud circondano la cantina. La geologia é complessa: su un sottosuolo argilloso si innestano calcari e sabbie del Périgord. A Terroirs UGM Pascal porterá il suo 2005 Tour du Pas Saint-Georges (60% Merlot, 30% Cab franc, 10% Cab sauv).  

* Pascal é stato tra gli amici piú intimi di Didier Dagueneau, e con lui ha fondato l’Union des gens de Métier. Appassionato di gastronomia e l’animatore di numerose degustazione in Francia all’estero, é celebre per i suoi abbinamenti tra cibo e vino. Acuto degustatore vecchie annate, é uno strenuo difensore della pazienza, della veritá del terroir, del sogno,  del viaggio attraverso il tempo concesso da bottiglie messe al mondo da chi ci ha preceduto. A lui si attribuisce questa massima:

 "il legno deve rispettare le distanze,
essere lo scrigno e non la bara,
é la montatura del diamante".

venerdì 11 marzo 2011

Frontiera basca: i Riouspeyrous


L’ultimo pezzo di strada profuma di Atlantico e polvere di Pamplona. Tra Bayonne e Biarritz, duecento chilometri sotto Bordeaux, si scarta decisi verso l’interno e si affrontano le curve della D918. Siamo a Irouléguy, terra basca dove la frontiera con la Spagna si allunga verso sud; viticoltura di montagna e terrazzamenti. I Riouspeyrous abitano a sinistra della strada principale, appena oltre il municipio. Sono Michel e Thérèse, una delle coppie piú umili, delicate e belle che potrete incontrare. A Terroirs UGM porteranno il loro Iroléguy Blanc Hegoxuri 2008, ‘bianco del sud’ in lingua basca, un asseblaggio di 60% Gros Manseng, 35% Petit Manseng e 5% di Petit Courbu.  


martedì 8 marzo 2011

Yvonne Hegoburu, Dame du Jurançon



Non si dovrebbe affidare ad un blog la dichiarazione d’amore per una Signora al di sopra di ogni sospetto. Ma non potrei parlare altrimenti di Yvonne Hegoburu, vigneronne a Laroin, nel Jurançon, a poca distanza da Lourdes e dalla frontiera spagnola. I suoi occhi raccontano di una infinita dolcezza e di altrettanza furbizia, di saggezza e di entusiasmo giovanile mai sopito. Come piantare, altrimenti, la prima vigna a sessant’anni compiuti?
In questo angolo dell’estremo sud ovest francese, dove i Pirenei abbracciano l’orizzonte appena oltre il profilo delle colline vitate, terra di storie difficili e di grandi cicatrici (come racconta qui), Yvonne coltiva tre varietá sconosciute ai piú: Petit Manseng, Gros Manseng e Courbu. Il Petit é la varietá piú bizzarra e straordinaria della famiglia dei Manseng. Vitigno a bacca bianca, deve il suo nome agli acini piccoli e al grappolo spargolo; la buccia spessa e resistente ne permette una vendemmia tardiva (solitamente all’inizio di dicembre) per la produzione di vini da dessert. Da Petit Manseng in purezza Yvonne ottiene il suo Jurançon Moelleux ‘Cuvée Marie Kattalin’ 2007. Lo presenterá a Terroirs UGM.



giovedì 3 marzo 2011

blocchi di partenza

Giovedì 3 marzo, si inizia.
In tre ore sono arrivate quindici conferme di adesione: grazie a tutti, non poteva esserci inizio più entusiasmante. Che bello attendere una degustazione des amis - pour les amis.  
Nel frattempo pare che la neve stia scendendo solo ad ovest del Monviso, e aspettiamo i primi racconti da Oltralpe.

sabato 26 febbraio 2011

Genesi e Testamento


Didier DAGUENEAU, viticoltore brillante e di talento, vinificatore preciso e geniale, è il padre dell’Union des Gens de Métier.

Didier lancia l’idea di radunare uomini dal profilo speciale. L’approccio umanistico e storico di Henri Jayer è il filo conduttore alle sue idee; in seguito iniziano i contatti con Marc Kreydenweiss, Pascal Delbeck, i fratelli Foucault, François Chidaine, Eric Bordelet, Charles Joguet e Marc Pagès.

Il primo incontro avviene nel 1989, a pranzo da Alain Passard; si concretizzano così i legami di amicizia nati nel corso di numerosi scambi telefonici.
Rainer Zyrock, filosofo dell’agricoltura, grande specialista di genetica viticola, si unisce a loro; Didier Clément, chef ispirato, perfezionista e appassionato di vino, li assiste nei convivi.

La curiosità, la passione, la cucina, la convivialità, l’approccio naturale alla cultura e all’ambiente (biodinamica, ecologia, ecodinamica…) sono gli interessi che uniscono questi uomini. Mai si esclude, tuttavia, chi abbia fatto scelte diverse: l’apertura di spirito deve essere all’altezza della statura dei membri del gruppo.

L’Unione si ingrandisce con l’arrivo di altri viticoltori e con l’organizzazione di grandi degustazioni e di week-end di riflessioni e di scambi. Il point d’orgue, l’apogeo, resta sempre una bella tavolata e il matrimonio tra vini e cibo.

L’associazione rinnova ogni anno la presidenza, che passa ai diversi membri del gruppo. Josiane Morand è la nostra tesoriera e l’unico membro che non sia vigneron. Ogni regione viticola è rappresentata da un solo membro; la porta non è mai chiusa ma il numero resta limitato al fine di preservare una certa intimità tra i membri.

Il gruppo è allargato a quanti praticano la fermentazione con rispetto e poesia (produttori di sidro, di formaggi, panificatori…).

Charles Joguet è stato designato membro d’onore a vita.

In cinque, partiti precocemente, coltivano oggi le vigne del Signore: Henri Jayer, Didier Dagueneau, Rainer Zyrock, Marc Pagès e John Cochran.

Manifesto

Gruppo di uomini liberi dei mestieri della terra, rispettosi degli equilibri del loro ambiente. Prodotti di terroir giusti e nobili. Diritto all’originalità e alla differenza. L’UGM difende i valori che fondono l’appagamento del corpo a quello dello spirito. Il nostro impegno si nutre dell’amicizia, della passione e della gastronomia.